“Aiutatemi a ritrovare
la Toronto della mia infanzia”
TORONTO – “Voglio solo cercare il mio passato e mi rendo conto che le cose non rimangono le stesse e cambiano negli anni…”: Rosanna Natale, immigrata in Canada dall’Italia dal 1959, sta cercando di ripercorrere le strade della sua infanzia e giovinezza: ha già trovato tante tracce ed è a metà della ricerca, ma mancano ancora alcuni passaggi e chiede aiuto ai lettori del Corriere Canadese, il quotidiano italiano a Toronto, per ripercorrerli.
“Sono emigrata insieme ai miei genitori nel 1959 da un piccolo paese vicino a Termoli: i miei genitori Antonio e Graziella Natale insieme a quattro figli (nella foto, Graziella con i figli) sono sbarcati a Montreal (non ad Halifax come tutti gli altri immigrati) il 14 maggio 1959. Poi abbiamo viaggiato in treno fino a Toronto dove abbiamo vissuto con mio zio Nick. Avevo solo 2 anni e mezzo e avevo bisogno di un intervento al cuore: ho fatto il mio primo intervento a 3 anni e il secondo a 5 anni al Sick Kids Hospital di Toronto: qualunque cosa abbiano fatto, l’hanno fatta bene! Sono stata una delle prime pazienti a cuore aperto. Non avrei vissuto oltre i 5 anni di età. Adesso ho 64 anni e continuo a… ticchettare”.
Il padre di Rosanna ha lavorato per un breve periodo in una panetteria prima di lavorare come operaio edile aiutando i muratori e trasportando blocchi sulle impalcature.
“Nei successivi 4 o 5 anni – ricorda Rosanna – ci siamo spostati molto affittando appartamenti da una casa all’altra. Vivevamo nella zona di Little Italy a Toronto e in quel periodo vivevamo in molte strade diverse. Euclid Ave., Manning Ave., Dundas St., Treford Place, Markham St., Dovercourt Road e College St. Ho provato a consultare i miei registri ospedalieri ma mi è stato detto che qualsiasi informazione prima del 1964 era stata distrutta”. I suoi fratelli iniziarono la scuola nel settembre 1959 frequentando la scuola di Palmerston, la scuola di St. Peter, la St. Anthony e la St. Francis (alcune di queste scuole non esistono più).
“Quello che vorrei fare – spiega Rosanna – è ripercorrere i passi della mia famiglia e rivedere tutte le diverse case in cui abbiamo vissuto. Il mio primo passo è stato contattare la Toronto Library alla ricerca delle vecchie directory delle “Pagine Bianche”. Mi hanno dato un collegamento e tramite quello sono stata in grado di trovare alcune delle mie case. Sapevo che vivevamo al 14 di Treford Place (dato che ho frequentato la St. Francis School per un anno) e poi ci siamo trasferiti al 64 Chalkfarm Dr. e con l’aiuto degli elenchi ho trovato il nome di mio padre in 742 A Euclid Ave. e 320 Markham St.” .
“Ricordo che vivevo a Dundas St. in un barbiere … poi, parlando con mio fratello, abbiamo ricostruito che il barbiere si chiamava Rocco’s Barber Shop ed era al 926 di Dundas St. W. … e ricordo, ancora, che quando vivevo a College St. ,al terzo piano, avevamo accesso a un tetto: i proprietari costruirono una passerella in legno in modo che non cadessimo da lassù. Ricordo che c’era un altro uomo che viveva nell’appartamento sotto di noi che, come tanti altri immigrati, veniva, lavorava e inviava soldi a casa perché la sua famiglia si unisse a lui. Quando è arrivata la famiglia di quest’uomo, era composta da sua moglie con 10 o più figli. Mio fratello ha detto che era finita anche sul giornale e presumo che sia stato il Corriere Canadese. “L’immigrante numeroso”. Mi piacerebbe trovare quella famiglia, oggi”.
Rosanna vorrebbe poi “trovare gli altri luoghi della mia famiglia e maggiori dettagli sulla nostra vita in quegli anni: sono morti sia i miei genitori che molti altri miei parenti. Quelli che rimangono hanno tutti più di 80 e 90 anni e non ricordano molto ”.
“Spero che qualcuno possa ricordare i genitori o altri membri della famiglia che aveva barili di merluzzo nel seminterrato di una casa in Dovercourt Rd. Questa casa aveva una scala antincendio esterna sul retro che usavamo per andare al nostro appartamento ”.
Mentre Rosanna racconta, riaffiorano molti ricordi: “Quando vivevamo in Manning Avenue, eravamo di fronte all’ingresso della scuola di St. Francis. La casa in cui vivevamo aveva un grande castagno nella parte anteriore e mio fratello maggiore lanciava una pallina da tennis per abbattere le castagne finché non ruppe accidentalmente una delle finestre. Mio padre era molto turbato perché doveva pagare per la finestra rotta. Forse quella famiglia si ricorda di una finestra rotta dal figlio del locatario?”.
“Quando questa pandemia sarà finita – conclude Rosanna – mi piacerebbe tornare a camminare per le strade della mia infanzia”.
Se qualcuno ha informazioni per aiutare la lettrice a ripercorrere i percorsi della sua infanzia e giovinezza, scriva a corriere@corriere.com