Bombe sulle città: il Cremlino adotta la strategia del terrore
TORONTO – In tutte le guerre del secolo scorso ci sono state delle immagini destinate a rimanere impresse nella memoria collettiva. Foto che scuotono l’opinione pubblica, scatti capaci di catturare il momento dello svolta, o la sofferenza di un popolo, o l’assurdità della guerra. I cecchini di Sarajevo, le vittime delle bombe al fosforo in Iraq, la foto della piccola Kim Puch che scappa nuda e piangendo nel Vietnam del 1972: istantanee che non hanno bisogno di didascalie o spiegazioni, approfondimenti o analisi. Sono immagini che già da sole raccontano una storia, offrono uno spaccato della guerra che una descrizione scritta non potrà spiegare adeguatamente…