CORRIERE CANADESE / Burocrati dell’istruzione locale fuori controllo
TORONTO – Potremmo presto perdere i modelli necessari a stabilire le priorità educative in questa provincia, che sono rilevanti per chi ne dovrebbe usufruire. No, non stiamo parlando di obiettivi e standard nazionali. Nel quadro del nostro “compromesso costituzionale”, anche se collettivamente riconosciamo le competenze educative nazionali e transnazionali condivise in comune, l’autorità sull’istruzione è puramente all’interno di quella che chiamiamo giurisdizione provinciale, sezione 93 della Legge Costituzionale.
Tale autorità è esercitata attraverso le unità locali (provveditorati agli studi) i cui fiduciari debitamente eletti [in Legge] sono direttamente responsabili nei confronti del pubblico che li elegge. E a nessun altro. Vale la pena ripeterlo, anche se le formule di finanziamento, il “bastone e carota” adottato dalla provincia, possono variare di volta in volta.
In Ontario, fin da prima della Confederazione, esistevano due (ora suddivise in quattro) classi di School Boards (Provveditorati): Pubblici [non settari] (inglese e francese) e Cattolici (inglese e francese). Solo il Magistero (il Papato in cattedra) può designare una scuola come cattolica. Tali scuole e consigli così designati godono di quelli che vengono comunemente definiti “diritti confessionali”.
Questa è la legge. I cittadini non possono essere, né sono, obbligati a frequentare una scuola cattolica. Si possono avere valori diversi e credere in dogmi diversi, ma poi quella persona non è cattolica – non sono coinvolti giudizi morali.
Data la “stagione dei playoff” nell’hockey, nel basket o nel calcio, la seguente analogia potrebbe far luce. Tutti i fan possono andare a una partita; se invece decidi di indossare una maglia diversa dai colori della squadra di casa potresti lanciare un messaggio provocatorio: sei un “dissidente”.
I Provveditorati stabiliscono politiche e processi per salvaguardare e promuovere l’integrità dei loro obiettivi educativi. Solo i trustee amministratori hanno la carica di prendere queste decisioni. Nel caso delle scuole cattoliche, sono obbligati a consultare e rispettare la decisione del Magistero (diocesano, locale) sulle questioni che riguardano la cattolicità delle materie ed il Ministero dell’Istruzione sulle competenze “laiche” comunemente intitolate le “Tre R” (aRitmetica, LettuRa e scRittura). Assumono un direttore per garantire che questi ultimi obiettivi siano raggiunti.
Sfortunatamente, alcuni direttori, Domenic Scuglia nello York Catholic District School Board (YCDSB), per esempio, si stanno arrogando funzioni e politiche che non sono loro da esercitare – con loro imbarazzo personale e a svantaggio degli elettori.
Il 18 aprile, in una riunione del Comitato Esecutivo per determinare l’ordine del giorno della riunione del Consiglio generale del 25 aprile (oggi), Scuglia ha suscitato un rimprovero da parte del presidente Alexander per l’insistenza, al limite dell’insubordinazione, nel collocare diverse persone con ben documentate opinioni “piene di odio contro il cattolicesimo” postate sui social, e non solo, sulla lista dei deleganti.
Scuglia ha insistito, dicendo che la questione dell’alzabandiera era nel suo Rapporto quindi ne avrebbe parlato comunque. A tale sfida Alexander ha detto qualcosa sul fatto che il Consiglio ha una procedura per i cambiamenti di politica che chiede di rispettare. Il video non è più online.
Quando il Consiglio ha finalmente pubblicato l’ordine del giorno online, come richiesto dal proprio statuto… sorpresa, sorpresa, l’elenco dei “deleganti approvati” rifletteva le richieste di Scuglia e NON le istruzioni di Alexander sul rispetto della politica esistente fino a quando e a meno che il pubblico e i suoi fiduciari non esprimessero i propri interessi in modo appropriato attraverso appositi strumenti. La relazione del direttore, da ieri, è stata modificata rispetto al testo originario ma ha mantenuto i deleganti tranne uno che si era presentato a febbraio.
In ogni caso, le procedure del Consiglio per le modifiche alle politiche non consentono la manipolazione di tattiche “back door” per effettuare tali modifiche. Ciò non ha impedito a Scuglia di sostenere attivamente o surrettiziamente interessi nemici dei propri elettori. Alcuni considerano tale atto un grossolano esempio di insubordinazione da parte sua.
Un ex trustee di un altro consiglio in un’intervista ufficiosa ha dichiarato: “Ho sempre temuto che il sistema delle scuole separate (cattoliche) potesse non sopravvivere agli stress esterni. Non ho mai pensato che l’YCDSB sarebbe stato quello che avrebbe potuto farlo implodere. Sia la Chiesa che i genitori devono svegliarsi”.
Le richieste di commenti inviate via e-mail allo YCDSB sono rimaste senza risposta al momento della stampa.
Nella foto in alto, da sinistra, Dominic Scuglia e Frank Alexander durante un meeting dello YCDSB (foto Corriere Canadese)