CORRIERE CANADESE / I “fed” non mollano: picchetti a oltranza
TORONTO – Gli oltre 155.000 dipendenti pubblici federali sono tornati a “picchettare” in varie città del Canada, dopo che i colloqui del fine settimana sul contratto non sono riusciti a produrre un accordo per porre fine ad uno dei più grandi scioperi della storia canadese.
Ieri era il sesto giorno dello sciopero dei membri della Public Service Alliance of Canada (PSAC) che lavorano nel Treasury Board e presso la Canada Revenue Agency (CRA), che sta colpendo diversi servizi governativi tra cui i passaporti, le domande di immigrazione e le dichiarazioni dei redditi.
A partire da ieri, picchetti della PSAC sono comparsi di fronte a vari edifici federali in diverse parti del Paese: e la Canadian Press ha riferito che il sindacato intende intensificare lo sciopero spostando i picchetti in luoghi strategici come i porti.
I negoziatori del sindacato e del Treasury Board sono tornati al tavolo delle trattative durante il fine settimana mentre le due parti puntavano il dito contro l’altra per la scarsa comunicazione ed il ritmo lento delle trattative stesse. “Spero che saremo in grado di ottenere un accordo”, ha detto domenica a CTV Chris Aylward, presidente nazionale della PSAC. “Sono ancora fiducioso che un accordo sia realizzabile e che riporteremo i nostri membri al lavoro. Siamo separati su un paio di questioni-chiave, ma continueremo a lavorarci”.
Aylward ha affermato che le questioni principali nei negoziati sono i salari, gli accordi di lavoro ibrido e la sicurezza del lavoro in relazione ai licenziamenti.
In una lettera ai membri del sindacato inviata domenica sera, Aylward ha riportato “alcuni progressi, ma non ci siamo ancora. Posso riferire che al tavolo abbiamo fatto progressi sul lavoro a distanza ed entrambe le parti si sono mosse per avvicinarsi ad una soluzione sugli aumenti salariali”, ha scritto Aylward. “Non siamo ancora al traguardo, ma so che possiamo raggiungere un accordo equo per tutti i 155.000 membri della PSAC grazie al forte mandato di sciopero che ci hanno consegnato ed all’incredibile solidarietà che ci è stata dimostrata da costa a costa”.
Com’è noto, la PSAC ha chiesto un aumento del 4,5% ogni anno nell’arco di nuovo contratto triennale, mentre il Treasury Board ha offerto un aumento del 9% in tre anni. Difficile raggiungere un compromesso su questo punto. Sabato, Aylward aveva invitato il primo ministro Justin Trudeau a partecipare ai colloqui, ma la presidente del Treasury Board, Mona Fortier, ha risposto con una dichiarazione su Twitter, affermando che il sindacato era “irraggiungibile” quando il governo ha cercato di incontrarlo venerdì per presentargli una proposta di contratto rivista. Aylward ha confermato alla Canadian Press che il giorno successivo, sabato, il governo ha inviato una proposta di contratto rivista ed il sindacato ha risposto lo stesso giorno. Poi, domenica Aylward ha detto a CTV che il governo federale deve iniziare a prendere “seriamente” i negoziati. “Ecco perché si chiama negoziato, ci devono essere compromessi, ovviamente, da entrambe le parti e lo stiamo vedendo”, ha detto Aylward. “Continuo a sperare che si possa arrivare ad un accordo, ma il governo deve tornare al tavolo, certamente, con un mandato in linea con ciò che stiamo cercando, soprattutto per quanto riguarda i salari e cercando di garantire che i nostri membri possano rimanere in qualche modo in linea con il tasso di inflazione”.
Insomma, un continuo rimpallo fra il sindacato ed il governo. Nel mezzo, i cittadini che si ritrovano senza i servizi pubblici dei quali hanno bisogno e per i quali pagano le tasse.
Nella foto in alto, uno dei picchetti dei dipendenti pubblici federali (dalla pagina Facebook della PSAC)