CORRIERE CANADESE / Quattro nodi da sciogliere: appello alla PSAC
TORONTO – Quattro questioni-chiave da risolvere. E lo sciopero va avanti. Ad una settimana dall’inizio della mobilitazione su larga scala della Public Service Alliance of Canada (PSAC), il governo federale esce allo scoperto con una “lettera aperta ai dipendenti pubblici ed ai canadesi”, nella quale la presidente del Treasury Board, Mona Fortier, svela i punti critici della negoziazione con la PSAC per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici federali.
“È importante che i canadesi e i dipendenti pubblici capiscano cosa sta facendo il governo per porre fine allo stress ed alla tensione causati dall’interruzione del lavoro”, scrive la presidente.
Nella lettera, la Fortier afferma che il governo ha raggiunto accordi con il PSAC su oltre 560 richieste del sindacato. Ma aggiunge che quattro questioni-chiave rimangono irrisolte: aumenti salariali, lavoro a distanza come diritto negoziato, divieto di appaltare e decidere chi viene licenziato in caso di tagli basati sull’anzianità.
Sugli stipendi, ha detto Fortier, oltre all’aumento del 9% su tre anni offerto dal governo – che è inferiore al 13,5% su tre anni richiesto dal PSAC – i suoi negoziatori hanno anche offerto un bonus alla firma per ogni membro.
Il governo ha anche promesso di rivedere la direttiva sul telelavoro “per un mondo post-pandemia”, ha affermato, pur rifiutandosi di dire se prenderà in considerazione la richiesta del PSAC di farla diventare parte del contratto collettivo. E verrà presa in considerazione anche la richiesta di trattenute basate sull’anzianità, ha aggiunto.
Infine, mentre Fortier sottolinea l’impegno dell’ultimo bilancio federale a ridurre l’uso di appaltatori come parte di un tentativo di tagliare i costi, scrive che un divieto totale di appalto “comprometterebbe gravemente la capacità del governo di fornire servizi ai canadesi”.
I negoziati sono in corso da quando più di 155.000 dipendenti del servizio pubblico hanno lasciato il lavoro mercoledì scorso. Tuttavia, entrambe le parti si sono accusate a vicenda di ostacolare i negoziati e di essere troppo lente nel rispondere agli sviluppi-chiave.
Lunedì, alcuni lavoratori in sciopero hanno spostato i loro picchetti in luoghi strategici che hanno maggiori probabilità di avere un impatto sul governo federale, compresi i porti della Guardia Costiera canadese ed i distaccamenti dell’RCMP.
“È chiaro che il governo liberale sta sentendo la pressione mentre intensifichiamo le nostre azioni di sciopero in tutto il Paese”, ha dichiarato lunedì il presidente nazionale della PSAC, Chris Aylward, a Global News. “Ma siamo stati chiari: l’offerta che il governo ha sul tavolo semplicemente non la taglia”.
La Fortier ha a sua volta sottolineato che la PSAC dovrà scendere a compromessi su alcune delle sue richieste-chiave per raggiungere un accordo e porre fine allo sciopero, affermando che il governo non “scriverà un assegno in bianco”. Il braccio di ferro va avanti dallo scorro weekend: sabato, Aylward ha accusato Fortier ed il suo team negoziale di “incompetenza” e ha invitato Trudeau a intervenire nei negoziati. Il presidente del sindacato ha detto che il Treasury Board ha presentato un’offerta sabato pomeriggio e il sindacato ha risposto con una propria proposta lo stesso giorno. L’ufficio della Fortier ha dichiarato di aver presentato una seconda proposta sabato alla quale il sindacato non aveva risposto fino a domenica. Aylward alla fine ha riconosciuto l’offerta aggiuntiva del governo, ma ha detto che non è stato fatto nulla per far avanzare le richieste salariali del sindacato. Insomma: lo scaricabarile continua, mentre i disagi per i cittadini aumentano giorno dopo giorno.
Nelle foto in alto, alcuni manifestanti (da Twitter – @jenncarr) e, nella foto piccola, la presidente del Treasure Board, Mona Fortier (da Twitter – @MonaFortier)