CORRIERE CANADESE / Smettetela con le lamentele tossiche
TORONTO – In una decisione depositata il 19 aprile 2023, il giudice del Tribunale per i Diritti Umani (HRT) Denise Graham ha finalmente messo fine misericordiosamente alle diffamazioni individuali e collettive contro il Provveditorato Cattolico di Toronto e cinque dei suoi fiduciari.
Nella sua analisi e decisione, il giudice Graham ha chiarito che “un ricorso alla HRT deve rientrare nella giurisdizione del Tribunale“. E prosegue ricordando a ricorrenti e convenuti che il Codice dei Diritti Umani (HRC) proibisce solo azioni che discriminano le persone in base ai motivi elencati all’interno di una relazione in un’area sociale protetta. Questo caso, Iannuzzi vs. TCDSB (e cinque trustee più il Ministero dell’Istruzione), numero di fascicolo 2020-43483-I, non ha soddisfatto quel test elementare. Cioè non ha nessun merito.
Per quasi due anni, il ricorrente, Kyle Iannuzzi, ha denunciato “discriminazione sulla base dello stato di famiglia, dell’espressione di genere, dell’identità di genere, dello stato civile e dell’orientamento sessuale…” Il 31 marzo 2021, dopo diversi mesi di deliberazione, il Tribunale gli ha inviato un “avviso di intenzione di respingere” [la sua domanda]. Iannuzzi ha continuato a insistere di essere stato offeso.
Infine, nell’agosto del 2022, l’HRT ha emesso una richiesta di invii aggiuntivi e ha chiesto a tutte le parti di rispondere a questioni giurisdizionali. In parole povere, l’HRT ha fatto di tutto per soddisfare le richieste e le affermazioni del richiedente, con un notevole costo organizzativo in termini di risorse umane.
I documenti depositati presso la HRT, e ottenuti dal Corriere Canadese, suggeriscono che il ricorrente chiedeva un risarcimento di $50.000 a ciascuno dei convenuti in cambio dell’archiviazione del caso. Il signor Iannuzzi, che il giudice descrive come un [autoidentificato] “queer man che è un ex studente del Consiglio [cattolico]” (ndr: una ventina di anni fa), è stato invitato a delegare in una riunione del Consiglio dal direttore Brendan Browne e dal presidente dei fiduciari Joe Martino. Era l’autunno del 2020.
L’argomento era la necessità, o meno, di rivedere una precedente decisione riguardo il Codice di Condotta del Provveditorato in relazione a presunte dichiarazioni discriminatorie fatte, durante un dibattito, da un fiduciario riguardo a determinati orientamenti sessuali in un ambiente cattolico.
Il signor Iannuzzi ha affermato di esserne stato disturbato e di aver subìto commenti omofobi durante l’incontro. Vero o no, l’arbitro ha rilevato “che l’oggetto della domanda non è una condotta vietata dal Codice [HRC] … Di conseguenza, la domanda non rientra nella giurisdizione del tribunale”.
Il giudice Graham cita cinque “autorità” – precedenti – per arrivare alle sue conclusioni e alla sua decisione. In parole semplici, “l’oggetto dell’Istanza – i valori cattolici – non sono comportamenti vietati…” soprattutto in ambiente cattolico (sottolineatura mia).
Fine della storia. Per le persone ostinate tra il pubblico, non è illegale essere cattolico – può essere, invece, immorale e illegale essere cattolico-fobico.
Non c’è e non c’era alcun costo monetario per il richiedente. I convenuti sono/erano tenuti ad assumere avvocati per difendersi. Genitori/contribuenti sostenitori dell’istruzione cattolica potrebbero dover accollarsi i costi, grazie alle decisioni prese da Brendan Browne e dai suoi facilitatori nel Provveditorato che hanno pensato che fosse una buona idea trasformare in armi il Codice dei Diritti Umani e il Tribunale.
Nelle foto in alto: la sede del Toronto Catholic District School Board e, nelle foto piccole, dall’alto: Kyle Iannuzzi (dalla sua pagina Twitter – @HashtagKyle) e Brendan Browne (dalla sua pagina Twitter – @TCDSBdirector)