Denise Pipitone, si svuota un pozzo nella casa dove abitò l’ex moglie del papà
MAZARA DEL VALLO – Denise Pipitone: dalla speranza all’angoscia, in poche settimane. L’illusione di averla ritrovata in Olesya Rostova, la ragazza russa che cerca la madre, era durata solo pochi giorni e si era trasformata in una sorta di reality show (leggi il nostro articolo: “Olesya non è Denise”: la speranza crolla in tv come in un reality show). Oggi, purtroppo sempre in diretta televisiva, è arrivata una doccia fredda per la madre di Denise, Piera Maggio, che cerca sua figlia da ormai 17 anni: mentre Piera partecipava, con il suo avvocato Giacomo Frazzitta, alla trasmissione “Ore 14” su Rai 2 (nella foto sotto), è arrivata la notizia che erano in corso indagini nell’abitazione di via Pirandello, a Mazara del Vallo, che fu in uso ad Anna Corona, l’ex moglie di Pietro Pulizzi, papà biologico della piccola Denise Pipitone, nonché mamma di Jessica Pulizzi (sorellastra della piccola scomparsa l’1 settembre 2004), finita sotto processo per la scomparsa di Denise ma assolta nei tre gradi di giudizio.
Stando a quanto emerso, le indagini sarebbero concentrate su una botola, presente all’interno di un garage, che porterebbe ad un pozzo pieno d’acqua: sul posto anche i vigili del fuoco che hanno montato una pompa idrovora per svuotare il pozzo, profondo dieci metri e contenente acqua per un’altezza di un metro e mezzo. “Si cerca il corpo di Denise?” è stata naturalmente la domanda che si sono posti tutti. Quello che è certo è che all’interno dell’appartamento sono rimasti, per tutto il giorno, i carabinieri della Scientifica del comando provinciale di Trapani ed i Vigili del Fuoco del distaccamento di Mazara del Vallo e del gruppo “Saf” del comando provinciale. Motivo: a quanto pare una “soffiata” arrivata da qualcuno che, anonimamente, avrebbe dettoagli inquirenti di “cercare in quell’appartamento”.
La mamma. «Sono choccata. Non sapevo nulla di questo accertamento: so che gli accertamenti devono essere fatti ma non immaginavo che si parlasse di un `cadavere´ di Denise», ha detto Piera Maggio durante la trasmissione, una volta appresa la notizia in diretta. «Tutto questo non è giusto – ha aggiunto – , qual è la delicatezza nei confronti di una madre? Cosa mi hanno dimostrato? Che parlano con me attraverso i giornalisti?». Piera Maggio ha quindi lasciato la trasmissione, annunciando che sarebbe comunque stata presente in piazza a Mazara del Vallo per la manifestazione dedicata alla figlia, “Insieme per Denise”, in programma da alcuni giorni e prevista proprio per stasera.
Le indagini. La Procura di Marsala ha riaperto da alcuni giorni le indagini sulla scomparsa di Denise, inizialmente per depistaggio. Il procuratore Vincenzo Pantaleo ed i sostituti Roberto Piscitello e Giuliana Rana stanno infatti riesaminando la vecchia indagine e nei giorni scorsi hanno ascoltato anche l’ex pm Maria Angioni, ora giudice a Sassari, proprio per verificare eventuali depistaggi avvenuti nei primi giorni dell’inchiesta. La magistrata, intervenuta in alcune trasmissioni televisive, aveva infatti parlato di scarsa collaborazione di alcuni testimoni e di problemi con le intercettazioni effettuate all’epoca (“Ci rendemmo presto conto che alcune persone sapevano di essere intercettate”, ha detto la magistrata).
La “soffiata”. All’origine dell’ispezione odierna in via Pirandello, però, ci sarebbe la segnalazione anonima di una misteriosa botola e di alcuni “strani” lavori di ristrutturazione nella casa in cui gli investigatori erano già stati tante volte nel 2004 e dove Anna Corona non abita più da un anno (ha vissuto lì per circa vent’anni: la casa, i cui proprietari vivono in Svizzera, adesso è vuota). All’epoca, il sospetto era che la donna (ex moglie di Pietro Pulizzi, il padre naturale di Denise) avesse aiutato la figlia Jessica – sorellastra di Denise – nel suo folle piano di “vendetta” contro la nuova compagna del papà. Ipotesi caduta con l’assoluzione di Jessica, in tutti e tre gradi di giudizio. Ma adesso in quella casa gli inquirenti sono tornati. Dopo le inutili ricerche nei campi dei Rom (a lungo si è ipotizzato che la bimba fosse stata rapita dai nomadi) si torna alla pista principale: quella familiare.