“Log To Green”, un premio alla poetessa Agata De Nuccio alla Mostra del Cinema di Venezia
VENEZIA – La sua poesia ha fatto il giro del mondo quando il mondo era “chiuso”, in lockdown, e neanche con le persone vicine si poteva parlare, se non con gli occhi. Poi, ha superato i confini del tempo: dallo scorso mese di maggio, giace in una capsula nel giardino della scuola del polo scolastico nel piccolo borgo di Buttapietra, in provincia di Verona (Veneto, Italia), che verrà dissotterrata e riaperta solo nel 2071, cinquant’anni dopo la pandemia. Per non dimenticare. Adesso “Parliamo con gli occhi”, la poesia di Agata De Nuccio tradotta in tutte le lingue del mondo e diventata, in pochi mesi, una sorta di inno multilingue (dall’Italiano all’Afrikaans, fino alla lingua dei Nativi Canadesi), ha ricevuto un ambìto riconoscimento: un premio speciale nell’ambito del “Log To Green Movie Award 2021”, che verrà consegnato dalla poetessa italiana nel corso della 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematogrfica di Venezia. L’appuntamento è per sabato 11 settembre, alle ore 13, al Lido di Venezia.
Una grande soddisfazione per Agata De Nuccio (nella foto sopra), autrice di quei versi che hanno toccato il cuore di tante persone in tutto il mondo.
Nata a Castrignano del Capo (Lecce), Agata vive da 40 anni a Erbè (Verona) dove lavora in ambito sociale. Con le sue liriche, ha iniziato sin da giovanissima a riscuotere consensi e premi letterari come il “Gaio Valerio Catullo”, vinto nella sua città adottiva. Il primo di una lunga serie. Ha all’attivo quattro libri di poesia e due racconti per ragazzi, uno dei quali dedicato all’emigrazione: “Samia e l’isola dei Pesci Rondine”, un libro che da cinque anni è adottato dalle scuole per parlare ai giovanissimi dei nuovi migranti. Del resto, per lei “scrivere è il passaporto per conoscere tanti Paesi. Emigrare dalla quotidianità e dal lavoro è vitale per chi, come me, ha una curiosità molto marcata e deve in qualche modo nutrirla. Così, con tenacia e tanta lettura, scrivere è diventato un bisogno fisiologico” come ha raccontato in un’intervista al Corriere Canadese dove ha spiegato anche che la sua poesia è nata “nei giorni di ‘reclusione pandemica’ (…) l’ho condivisa sui socials. Ha trovato subito l’interesse di una traduttrice srilankese… poi, via via, si sono aggiunti altri, è stato un tam-tam spontaneo e meraviglioso, tutto questo calore inatteso! Eugenio Marino (scrittore e giornalista italiano, ndr) ha letto la poesia e mi ha proposto di passarla anche alle sue conoscenze all’estero e… da sette-otto lingue siamo arrivati a 14 fra cui Arabo, Zulu, Africaans, Sinhala e lingua dei Nativi del Canada, più la lingua italiana dei segni”.
Da quella poesia è poi nato un cortometraggio, girato dal videomaker Guglielmo Filippini con ragazzi italiani e stranieri. E, adesso, è arrivato il prestigioso riconoscimento sia per la poesia che per il video (che potete vedere qui sotto).
Un premio assegnato ad Agata “per lo sviluppo e l’applicazione di modalità comunicative sempre più efficaci e per l’impegno alla promozione dei valori della Sostenibilità e della Responsabilità Sociale, attraverso la ricerca dell’ancestrale rapporto Uomo – Ambiente, reso precario da un devastante sviluppo economico, e la necessità della ricerca continua di un nuovo equilibrio basato su modelli di sviluppo più equi, sostenibili e in armonia con l’Ambiente”, come si legge nella motivazione della giuria presieduta da Renato Cremonesi, presidente di “Log To Green”.
Ma leggiamo la poesia.
“Parliamo con gli occhi”
Ci siamo scambiati sguardi
con gli occhi asciutti e la lingua legata
dietro maschere come fantasmi
abbiamo riconosciuto la stessa goccia
che ha generato la fiamma,
se il tuo cuore tocca il mio
ci capiremo, non sarà difficile ritrovarsi
ho visto la sofferenza
bussare di uscio in uscio
e l’anima per terra come un insetto
ci salverà la primavera con il suo parlare
ora, scrive parole d’amore
rivela piastrine luminose,
e siamo salvi.
Qui sotto, il video con la poesia nel linguaggio dei segni: una delle tante lingue del mondo…