Maneskin, pietre rotolanti
sul palcoscenico di Sanremo
SANREMO – Riff à la Led Zeppelin, groove molto grunge, parolacce e provocazione finale su Twitter: “Dedichiamo questa vittoria a quel prof che ci diceva sempre di stare zitti e buoni. #Sanremo2021”.
Sono proprio pietre rotolanti i Maneskin, vincitori della 71esima Festival di Sanremo che passerà alla storia per due motivi: l’assenza di pubblico in sala causa-Covid e il trionfo del rock. Quello vero.
I quattro giovanissimi hanno lasciato dietro di loro (con larghissimo vantaggio, tra l’altro) i super-quotati Ermal Meta e Michielin-Fedez, andando contro ogni ragionevole (in senso sanremese) previsione con un brano che è esploso come una bomba sul palco del teatro Ariston: “Zitti e buoni”. Testo aggressivo nella migliore tradizione punk-rock, un muro di suono impreziosito dalla sempre meravigliosa orchestra sanremese, presenza scenica degna dei rockers più navigati.
Una carica che era già prepotentemente emersa qualche sera prima, nella serata dedicata alla covers, quando la band ha presentato una propria versione di “Amandoti” (riascoltatela qui: “Amandoti” Maneskin – Manuel Agnelli), perla di rara bellezza dei Cccp: introduzione lenta e grave, come nell’originale, e poi la “botta” in un crescendo che ha reso la loro cover forse la migliore in assoluto di quelle di “Amandoti” ascoltate negli ultimi anni o, quantomeno, la più “fedele alla linea” della storica band di Giovanni Lindo Ferretti. Non a caso al loro fianco, per quell’esibizione, c’era Manuel Agnelli, leader degli Afterhours e vecchio leone del rock italiano, che ha il merito di aver scoperto e lanciato questi ragazzi romani nell’edizione di X-Factor del 2017.
Già, ragazzi: hanno tutti intorno ai vent’anni Damiano David (voce), Victoria De Angelis (basso), Thomas Raggi (chitarra) ed Ethan Torchio (batteria). E la loro storia è una favola rock. Victoria e Thomas hanno iniziato a suonare insieme ai tempi delle medie, poi è nata la band (il nome significa “Chiaro di luna” in danese, lingua madre della bassista) e nel giro di un paio d’anni è arrivato il successo con brani come “Morirò da re” e “Torna a casa” . Un successo consacrato, adesso, dalla rivoluzionaria, clamorosa vittoria a Sanremo. Si, clamorosa perché, per dirla con il ritornello del brano, “Siamo fuori di testa, ma diversi da loro”.