Sculture italiane in Nordamerica
con l’arte di Marcello Giorgi

PIETRASANTA – Le sue radici affondano nella terra degli artisti, dove le montagne sono fatte di marmo e la pianura pullula di laboratori di scultura: Pietrasanta, la cittadina toscana che ospitò anche Michelangelo Buonarroti. È nato lì, 59 anni fa, Marcello Giorgi (nella foto). Ma come ogni grande artista, è cittadino del mondo. E così vive a Montreal, le sue opere sono sparse in tutto il Nordamerica (e non solo) ed è lì che oggi trasmette la sua conoscenza agli altri, in particolare ai giovani, insegnando nelle scuole e tenendo corsi d’arte.

Una conoscenza profonda, la sua, iniziata quando, da bambino, passava le giornate a giocare con l’argilla nei laboratori di scultura di Pietrasanta. Poi, a sedici anni, il primo lavoro come operaio in una fonderia artistica, la Fonderia Claudio Mariani, gli studi all’Istituto d’Arte “Stagio Stagi”  e, dieci anni dopo, l’incontro con un grande artista contemporaneo, Igor Mitoraj. “Mi chiese di diventare suo assistente – racconta Giorgi – e per tre anni ho affinato la mia conoscenza della scultura classica. Ogni giorno, dopo il lavoro, a casa, continuavo a disegnare e praticare i suoi insegnamenti, spesso fino a notte fonda”.  Un’esperienza decisiva, che lo porta a fondare un proprio laboratorio di scultura nel 1991. “Da quel momento, ho iniziato a collaborare con alcuni dei più grandi artisti contemporanei”.

Poi, nel 2014, le prime opere e mostre per il Nordamerica e, due anni dopo, il “grande salto” con il trasferimento a Montreal, divenuta centro principale della sua produzione artistica e dell’attività di insegnamento. “Negli Stati Uniti – spiega Marcello ­- c’è una grande voglia di fare arte. La  mentalità è aperta, ci sono molti artisti capaci e si investe  molto in opere pubbliche: è lì che ho trovato i miei contratti per commissioni pubbliche e private.  Arrivando a Montreal, invece, ho sentito che c’era un vuoto che andava colmato: là si è sviluppata maggiormente la tradizione pittorica, in particolare la scuola dei Murales, e c’è meno interesse intorno alla scultura, alla tradizione classica che ha avuto grande influenza fra ‘800 e ‘900 ma poi è andata perduta. Così ho sentito il dovere,  un po’ come un pioniere,  di portare e condividere con la comunità artistica locale proprio quella tradizione classica con la quale io sono cresciuto, e devo dire che in questi anni l’interesse per i miei corsi di scultura,  che tengo regolarmente sia al Museo di Fine Art che in alcune scuole private,  è cresciuto sempre di più:  i miei corsi sono sempre al completo con studenti in lista di attesa.

 Quali differenze ha notato fra l’essere un artista in Italia e l’esserlo in Canada? 
“La differenza fra l’essere artista in Italia ed in Canada, parlando di scultura, sta nel fatto che l’Italia è la casa naturale per ogni artista: vivi in mezzo all’arte,  respiri arte in ogni luogo, ti confronti quotidianamente con  differenti scuole di pensiero. L’Italia è crocevia,  punto di incontro  di migliaia di artisti provenienti da ogni dove.  Essere artisti in Italia è come essere pesci nel mare, ci si sente nel proprio ambiente naturale. A Montreal, invece, c’è ancora un grande lavoro da fare e sento  il grande desiderio di  condividere  con gli altri la mia esperienza di scultore e  la tradizione  classica. Sento nei miei studenti il desiderio di imparare e spesso le associazioni artistiche locali   organizzano serate dove mi chiedono di parlare di Pietrasanta e della mia storia di scultore”.

A quali sue opere realizzate in Nordamerica è più affezionato?
“Quella  a cui tengo di più è ‘Nostra Luna’ (nella foto sotto, a sinistra), per il Fine Art Museum di Montgomery, in collaborazione con un artista locale, Craigger Browne: abbiamo rappresentato, su marmo locale, il gemellaggio fra Pietrasanta e Montgomery. Un’altra è ‘Intimità’, un marmo esposto nel parco della Forest Lawn in Los Angeles dove si trova anche ‘Eva sul Cubo’ (nella foto sotto, a destra), esposta nello stesso parco”.

E’ difficile, oggi, vivere d’arte?
“Io per molti anni sono stato un artigiano, cioè qualcuno che esegue opere su commissione, regolate da una idea di base di chi richiede quelle opere. L’artista opera liberamente, seguendo solo la sua creatività. Solo a cinquant’anni ho avuto la possibilità di svincolarmi dal ruolo di artigiano e solo a quel punto ho iniziato a vivere liberamente la mia arte. Vivere d’arte non è difficile, ma è un duro lavoro quotidiano: magari occorrono anni prima di vedere  risultati, è un mestiere che richiede dedizione, tenacia, qualche volta rinunce, ma quello che ti dà in cambio è la gioia più assoluta: quando vedi una tua opera che fa riflettere le persone, o che le emoziona, hai raggiunto il tuo obiettivo. Ogni sacrificio è passato e largamente ricompensato. Perché vivere d’arte non ha niente a che fare con il successo o con il denaro: è una questione di cuore. Di amore”.

Per saperne di più: https://marcellogiorgi.com/

Il video di Marcello Giorgi: Signature Sculpture Course – Sculpt with elegant precision – Marcello Giorgi Sculptor