Un migrante non dimentica mai le proprie radici. E c’è anche chi, dopo aver lasciato il Paese d’origine per iniziare una nuova vita, cerca di fare il possibile per migliorare anche quella di chi si è lasciato alle spalle. E’ il caso di Semou Diouf (nella foto sopra), 36 anni, senegalese che da vent’anni vive a Massa, in Toscana, ma, come tanti altri giovani come lui, non vuole rinunciare ai legami con il suo Paese natìo. →
article by Francesco Veronesi, video by Rosanna Colavecchia
TORONTO – Justin Trudeau ha offerto ieri alla House of Commons le scuse ufficiali per il trattamento subito dalla comunità italocanadese negli Anni Quaranta. Il mea culpa recitato dal primo ministro per le decisioni prese dal governo dell’epoca guidato da William Lyon Mackenzie King non si è limitato, come era prevedibile, alla narrazione della sofferenza e delle ingiustizie subite da più di 600 uomini e donne di origine italiana internati nei campi di concentramento sparsi per il Paese, ma ha sfiorato tutte le corde del travaglio e delle tribolazioni patiti da tutti gli italocanadesi a partire del giugno del 1940.
CITTÀ DEL VATICANO – “Cari fratelli e sorelle in Iraq, assalam lakum!”: inizia così il videomessaggio che Papa Francesco ha messo in rete (nella foto) – lanciandolo con un tweet – per salutare gli “amici iracheni” alla vigilia del suo viaggio in Iraq. Un viaggio di pace e per la pace, sottolinea Bergoglio, per “pregare insieme e camminare insieme”, tutti quanti, “nel segno del padre Abramo, che riunisce in un’unica famiglia musulmani, ebrei e cristiani”. →