TORONTO – Esiste davvero il rischio di una crisi di governo sull’onda lunga dello scandalo delle interferenze cinesi? È questa la domanda che sta alimentando il dibattito politico canadese dell’estate 2023, con il governo federale che va avanti per la propria strada e con le opposizioni che rumoreggiano ma che non si muovono concretamente per costringere l’esecutivo a fare chiarezza una volta per tutte…
TORONTO – È stallo politico sulla controversa vicenda delle interferenze straniere sul processo elettorale del nostro Paese. Le dimissioni annunciate venerdì scorso dal relatore speciale David Johnston (nella foto sopra), che secondo i partiti d’opposizione avrebbero dovuto fare chiarezza sulla tabella di marcia da seguire per arrivare alla verità, alla fine dei conti hanno avuto l’effetto opposto. Ci troviamo, in sostanza, in una sorta di impasse, di limbo istituzionale dove nessuna delle parti in causa vuole assumersi la responsabilità di fare la prossima mossa, con accuse reciproche che non fanno altro che aumentare il clima d’incertezza nelle stanze del potere…
TORONTO – David Johnston, il “relatore speciale” incaricato dal primo ministro Justin Trudeau di verificare l’opportunità o meno di aprire un’inchiesta pubblica sulle interferenze straniere in Canada (cinesi in particolare), definisce le accuse che ruotano intorno alla sua obiettività “semplicemente false” e, dopo avere “sconsigliato” l’inchiesta pubblica, ha ribadito che intende portare avanti il suo lavoro, avviando una serie di audizioni pubbliche il mese prossimo. Nessuna inchiesta pubblica, però, contrariamente a quanto sollecitato più volte da tutto il parlamento, esclusi i Liberali…
TORONTO – Appena un canadese su quattro ha fiducia nella credibilità e imparzialità dell’ex governatore generale David Johnston come relatore speciale sull’interferenza straniera: è quanto emerge da un nuovo sondaggio di Léger per il National Post, condotto utilizzando un panel on line tra 1.531 elettori canadesi idonei, dal 26 al 29 maggio…
TORONTO – Il governo federale canadese ignora le minacce cinesi e “temporeggia” per non compromettere i propri interessi – economici – con la Cina. Questo, in sintesi, il pensiero del deputato conservatore Michael Chong, che ha denunciato una campagna cinese contro di lui e la sua famiglia a Hong Kong, sollecitando il governo del Canada a “intraprendere un’azione decisiva”, a cominciare dall’espulsione del diplomatico cinese a Toronto che sarebbe stato coinvolto nel complotto…