TORONTO – Un’indagine indipendente, guidata da una figura autorevole e super partes per fare luce sulle interferenze cinesi nel processo elettorale canadese. È questa l’apertura annunciata nel tardo pomeriggio di lunedì da Justin Trudeau, che in parte ha dovuto cedere al pressing delle opposizioni senza però accogliere totalmente le loro richieste…
TORONTO – La sopravvivenza del governo Trudeau potrebbe essere messa in gioco dalla decisione di istituire o meno una commissione d’inchiesta sulle interferenze cinesi. La conferma arriva direttamente da Jagmeet Singh, che su questo esecutivo detiene una sorta di golden share proprio perché i voti dei deputati dell’Ndp sono necessari per evitare la crisi di governo…
TORONTO – È isolato e passa all’attacco: dopo che tutti – analisti politici, esponenti dell’opposizione e persino alleati come il leader dell’NDP Jagmeet Singh – gli hanno consigliato di aprire una commissione d’indagine pubblica sulle (presunte) interferenze della Cina sulle elezioni federali canadesi, il primo ministro Justin Trudeau va avanti per la sua strada e, nel difendere il deputato liberale cinese finito nella bufera, accusa di razzismo chi sostiene tale ipotesi e non risparmia “frecciatine” al CSIS, il Canadian Security Intelligence Service, “reo” di averlo avvertito della possibilità di un’infiltrazione cinese nella politica del Canada…
TORONTO – È la “stampella” del governo Trudeau, ma su questo evidentemente non può appoggiarlo: anche il leader dell’NDP, Jagmeet Singh, chiede l’apertura di un’inchiesta pubblica sulle (presunte) interferenze cinese sulle elezioni federali del 2019, unendosi così all’appello di diversi funzionari di alto profilo…
TORONTO – Per il primo ministro Justin Trudeau è tutto a posto e non c’è bisogno di fare ulteriori indagini. Ma, secondo quanto rivela Global News, tre settimane prima delle elezioni federali canadesi del 2019 i funzionari dei servizi segreti canadesi avrebbero tenuto un briefing urgente e riservato agli alti collaboratori dell’ufficio del primo ministro, avvertendoli che uno dei loro candidati faceva parte di una rete cinese di interferenze straniere: si tratterebbe di Han Dong, che il Canadian Security Intelligence Service (CSIS) aveva iniziato a seguire nel giugno di quell’anno e che sarebbe uno degli undici candidati dell’area di Toronto presumibilmente sostenuti da Pechino in quelle elezioni…