Tag: culture

Claudio e la sua teglia da riempire di ricordi

Prosegue sul Corriere Canadese la pubblicazione degli articoli dedicati all’immigrazione italiana in Canada, che prendono spunto dalla storia degli oggetti che gli emigrati hanno portato con sé nel viaggio dal Belpaese alla nuova terra. L’iniziativa rientra nel progetto “Narrarsi altrove, viaggio tra i cimeli e i luoghi dell’anima” della poetessa Anna Ciardullo Villapiana e della docente Stella Paola, con la collaborazione di Gabriel Niccoli, professore emerito dell’Università di Waterloo e membro del consiglio di amministrazione dell’Italian-Canadian Archives Project (ICAP), network nazionale sotto i cui auspici opera il suddetto studio poetico…

Rita e la tela per intrappolare i dispiaceri

Prosegue sul Corriere Canadese la pubblicazione degli articoli dedicati all’immigrazione italiana in Canada, che prendono spunto dalla storia degli oggetti che gli emigrati hanno portato con sé nel viaggio dal Belpaese alla nuova terra. L’iniziativa rientra nel progetto “Narrarsi altrove, viaggio tra i cimeli e i luoghi dell’anima” della poetessa Anna Ciardullo Villapiana e della docente Stella Paola, con la collaborazione di Gabriel Niccoli, professore emerito dell’Università di Waterloo e membro del consiglio di amministrazione dell’Italian-Canadian Archives Project (ICAP), network nazionale sotto i cui auspici opera il suddetto studio poetico… Read More in Corriere Canadese >>> 

 

 

Nota Design: The Pride Flag

La ‘Pride Flag’ – nella sua forma primitiva conosciuta anche come la ‘bandiera arcobaleno’ – risale al 1978 quando fu creata dal designer e attivista gay americano Gilbert Baker per la celebrazione annuale del Gay Freedom Day a San Francisco. Doveva essere un simbolo positivo della diversità e ‘della speranza’ rispetto all’iconografia negativa allora in uso nella comunità gay della città: il triangolo rosa utilizzato nei campi di sterminio nazisti per identificare i ‘deviati’ sessuali… Read More in Corriere Canadese >>> 

120 anni del nuovo campanile di San Marco

VENEZIA – Poco prima delle dieci del mattino, in una piazza pressoché sgombra, si udì uno dei boati più famosi della storia della fu Serenissima: crollava al suolo la mole solenne del campanile di San Marco. In città lo si chiama affettuosamente “el paron de casa” – il padrone di casa – e a ben vedere: con i suoi quasi 99 metri domina, guarda e sorveglia la città lagunare, adorno della famosa loggia del Sansovino, coronato dalla nobile cuspide ai piedi dell’Angelo d’oro… Read More in Corriere Canadese >>>