TORONTO – Nel mio primo intervento dedicato all’italiano a Toronto, notavo come per molti, troppi, anni, alcuni/e studiosi/e hanno monopolizzato la scena della locale ricerca linguistica (e ancora, purtroppo, all’ora attuale, altri insistono sulla stessa via) con disinvolte ipotesi di presunte varietà idiomatiche originatesi dall’incontro tra dialetti (e, all’occorrenza, lingua italiana) degli immigrati e inglese, dando luogo a teorie molto dubbiose, basandosi su qualche storpiatura lessicale che sicuramente doveva uscire dalla bocca di italiani che mal masticavano l’inglese…
TORONTO – Qualche settimana fa, nell’articolo inaugurante questa nostra piccola serie sulla storia dell’italiano a Toronto, accennavo a come, negli ultimi decenni, sia stata semplificata l’immagine linguistica degli emigranti italiani a Toronto: considerati puramente dialettofoni, totalmente all’oscuro della propria lingua, si sarebbero inventati una parlata mista, in cui l’inglese era deformato e adattato alle competenze native. In realtà, al di là della poca affidabilità di certe teorie, come abbiamo visto in queste settimane, la comunità italiana aveva diverse possibilità di praticare e imparare l’idioma nazionale: lettura di giornali autoctoni, scuole locali, etc. …
TORONTO – Con un certo orgoglio, il giornale che avete ora tra le mani (o sullo schermo…) esibisce in prima pagina la sua data di fondazione, il 1954… una lunga vita. Tuttavia, a Toronto, quotidiani e, soprattutto, settimanali nella nostra lingua circolavano già durante i primi decenni del Novecento, esprimendo la vivacità della comunità italiana anche tramite quelli che erano allora gli unici mezzi di comunicazione…
TORONTO – A Toronto basta percorrere qualche grande viale (per esempio, St Clair West o College street), oppure fare una passeggiata in qualche strada secondaria (scelgo a caso, nei dintorni del mio quartiere, Oakwood street) per ritrovarsi di fronte a insegne in italiano: nomi di ristoranti, bar, chiese, targhe per celebrità locali, uffici, etc. …