TORONTO – One of our readers, Jean-Richard Pelland, sent us a comment about our article “OECTA ‘gender ideologues’ cast a pall over the YCDSB“, published on line on 29th March and on the newspaper on 30th March. We publish, below, his comment and the Publisher’s reply.
TORONTO – Molti insegnanti sono modelli di virtù, esempi e modelli per i bambini affidati alle loro cure. “Servono” in loco parentis, i nostri surrogati una volta che li lasciamo nella proprietà della scuola. Come minimo, da loro, ci aspettiamo che trasmettano valori che riflettano l’amore per “l’apprendimento” (analisi critica), il senso di responsabilità, il rispetto per la Legge (e tutto ciò che comporta) e l’impegno per la visione istituzionale del loro datore di lavoro… noi, i genitori dei loro studenti.
TORONTO – There is chaos at the York Catholic District School Board, where a real tug of war is underway between parents who do not want their children – still at an early age – to be subjected, “under the guise of inclusiveness”, to pressure on sexual orientations and the Board itself which, with trustees and teaching staff, goes in the exact opposite direction and wants to support initiatives in favor of the LGBTQ+ community. In the meeting of 28 February, two parents, Carlo Ravenna and Sheree Di Vittorio, expressed their concerns on the matter (“our children have the right to their innocence”, they said) and a climate of tension was created which culminated with the arrival of the police. Another meeting is scheduled for tomorrow, with four speeches (two for each “party”): Sheree herself had asked to be able to speak but was denied this possibility. Corriere Canadese asked her to send to the editorial office the speech she would have read and it will be published in tomorrow’s printed edition of the Italian newspaper. Here below is the speech in its entirety.
TORONTO – È caos allo York Catholic District School Board, dove è in corso un vero e proprio braccio di ferro fra i genitori che non vogliono che i loro figli – ancora in tenera età – vengano sottoposti, “con la scusa dell’inclusività”, a pressioni sugli orientamenti sessuali e lo stesso Provveditorato che, con fiduciari e corpo docente, sostiene l’esatto contrario e vuole supportare iniziative a favore della comunità LGBTQ+. Nella riunione dello scorso 28 febbraio due genitori, Carlo Ravenna e Sheree Di Vittorio, hanno espresso le loro preoccupazioni in proposito (“i nostri figli hanno diritto alla loro innocenza”, hanno detto) e si è creato un clima di tensione culminato con l’arrivo della polizia. Per domani sera è previsto un altro meeting, con quattro interventi (due per “parte”): la stessa Sheree aveva chiesto di poter intervenire ma le è stata negata tale possibilità. Il Corriere Canadese le ha chiesto l’intervento che avrebbe letto: verrà pubblicato nell’edizione cartacea di domani (28 marzo 2023). Intanto eccolo, qui di seguito, integralmente.
TORONTO – All years start off with a bang. The firecrackers, the confetti. We all look up at Times Square and wait for the ball to drop. And in 2020, indeed, the ball dropped on all of us. Barely a quarter into the year, on March 11, 2020, the World Health Organization (WHO) dropped that word on us: “pandemic”. The world, as we knew it, had capsized. There go our big plans. And our even bigger dreams, now reduced to abstract concepts.