TORONTO – Mentre stavo scrivendo questo, uno dei candidati è apparso in uno sproloquio [non politicamente corretto] lamentandosi del triste stato delle cose nella città di Toronto. Quel candidato, attuale consigliere e parte di ogni decisione concordata dal consiglio comunale nell’era John Tory, ha tentato – invano, per questo osservatore – di deporre tutti i mali della città ai piedi dell’ex sindaco dimenticato…
TORONTO – As I was writing this, one of the candidates appeared on a [non politically correct] rant bemoaning the sad state of affairs in the City of Toronto. That candidate, a current Councillor and part of every decision agreed to by City Council in the John Tory era, attempted – vainly, to this observer – to lay all of the city’s woes at the feet of the forgotten ex-mayor.
TORONTO – Siamo entrati nelle ultime fasi delle elezioni suppletive del sindaco a Toronto. Suggerire che sia diventata un’elezione come nessun’altra afferma l’ovvio. Stuzzica anche chiedersi se esiste una disconnessione tra le percezioni degli obiettivi ed i meccanismi per la rappresentazione della visione. Insomma, ci viene chiesto di votare per “qualcosa che non è sul tavolo”? …
We have entered the last stages of the Mayoralty bye-election in Toronto. To suggest that it has become an election like no other states the obvious. It also teases one to ask if there is a disconnect between perceptions of purpose and mechanisms for delivery on vision. In sum, are we being asked to vote for “something not on the table”?