TORONTO – Il primo ministro è sempre meno “primo” e se resta (primo) ministro è solo grazie all’accordo di fiducia Liberali-NDP perché se si andasse a votare adesso probabilmente verrebbe sonoramente sconfitto. È quanto emerge dall’ultima analisi dell’Angus Reid Institute, secondo la quale i canadesi tendono a ritenere che il governo stia operando male (46%) piuttosto che bene (41%). Ovviamente il malcontento è più alto tra gli ex elettori conservatori (85%), mentre i sostenitori liberali (73%) e dell’NDP (59%) sono entrambi soddisfatti a livello di maggioranza. Tuttavia, il gradimento personale di Justin Trudeau è in caduta libera: il primo ministro vede infatti scendere il suo gradimento al minimo dalle elezioni del 2021: il 36%…
TORONTO – The prime minister is less and less “prime” and if he remains a (prime) minister it is only thanks to the Liberal-NDP trust agreement because if we went to vote now he would probably be soundly defeated. →
TORONTO – Il livello di consenso e il tasso di fiducia verso Justin Trudeau sono in picchiata. È quanto mette in luce un’istantanea scattata dalla Angus Reid che conferma come l’indice di gradimento dell’elettorato canadese nei confronti del primo ministro sia arrivato ai minimi termini. Ma non solo. Il malcontento strisciante non è presente solamente negli elettori degli altri partiti: lo stato di malessere generalizzato verso il primo ministro e le sue politiche è rintracciabile anche nell’elettorato tradizionalmente liberale…
TORONTO – Dà un colpo al cerchio ed uno alla botte, il leader dell’NDP Jagmeet Singh: da una parte, presenta una mozione per invitare David Johnston (relatore speciale sulle interferenze straniere in Canada, nominato da Justin Trudeau) a farsi da parte, e per chiedere un’inchiesta pubblica (negata prima da Trudeau e poi dallo stesso Johnston), dall’altra ribadisce l’incondizionato appoggio al governo di minoranza dei Liberali. “Prima di mandare alle urne i canadesi, occorre ripristinare la loro fiducia nel processo elettorale”, è la giustificazione di Singh…
TORONTO – The NDP leader Jagmeet Singh keeps two things going at the same time: on the one hand, he presents a motion to invite David Johnston (special rapporteur on foreign interference in Canada, appointed by Justin Trudeau) to step aside, and to ask for a public inquiry (denied first by Trudeau and then by Johnston himself); on the other, he reiterated his unconditional support for the minority government of the Liberals. “Before sending Canadians to the polls, their confidence in the electoral process must be restored”, is Singh’s justification. →