Un “gran violino a 5 corde” per la musica del compositore italo-brasiliano Guido Santórsola
Tutto nasce dalla particolare esigenza di eseguire ed incidere le opere del compositore brasiliano-uruguaiano di origini italiane Guido Santórsola, scritte sia per violino e pianoforte che per viola e pianoforte. L’affermato violinista Mauro Tortorelli, concertista di fama internazionale, didatta e compositore, trovandosi di fronte ad una nuova sfida legata al progetto discografico su Guido Santórsola ed al suo repertorio, viene ispirato dall’idea di poter far costruire uno strumento appositamente per l’occasione: il violino a 5 corde.
Guido Santórsola (1904 Canosa di Puglia, Italia – 1994 Montevideo, Uruguay) violinista, violista e compositore, dal 1909, anno in cui la sua famiglia si stabilì in Brasile, fu studente di composizione presso il Conservatorio di San Paolo con Agostino Cantù e Lamberto Baldi e successivamente venne in Europa per studiare violino, a Napoli con Gaetano Fusella e al Trinity College di Londra con Alfred Mistowski.
Tornato in Brasile nel 1925, fondò l’Istituto Musicale Brasiliano e fu professore di violino, viola e armonia al Conservatorio di San Paolo. In seguito costituì e diresse le orchestre della Sociedad de Cultura Artistica Uruguaya, fu violista del Kleiber Quartet e professore all’Istituto di studi superiori della Escuela Normal de Música di Montevideo.
I suoi bellissimi brani risentono fortemente dell’energia melodica e ritmica dell’America Latina e possono essere eseguiti indistintamente, sia col violino che con la viola, in maniera così equivalente che imbarazza l’esecutore nella scelta di uno o dell’altro strumento. Da qui l’idea innovativa di Mauro Tortorelli di fondere i due strumenti in uno aggiungendo una quinta corda al violino, corrispondente alla corda più grave della viola. Tortorelli ci racconta che Niccolò Paganini, il più grande violinista di tutti i tempi, ideò la “gran viola”, una viola con l’aggiunta del cantino (corda più acuta) del violino, ma lo strumento non ebbe buona fortuna per la scarsa qualità sonora proprio della prima corda, dovuta alle eccessive dimensioni della cassa armonica dello strumento.
Il problema opposto poteva verificarsi per il “gran violino a 5 corde” avendo una cassa armonica piccola per supportare la corda di tessitura bassa della viola. Ma l’incontro provvidenziale con il liutaio Vincenzo Corrado e la conoscenza dei suoi strumenti dalla voce calda e particolarmente scura hanno fatto intuire a Mauro Tortorelli che sarebbe stata la persona adatta a realizzare l’utopistica idea di due strumenti in uno. Vincenzo Corrado, infatti, essendo clarinettista, ha probabilmente sviluppato un gusto del suono più vicino al suo strumento che riesce a trasmettere alle sue creazioni, avvicinandosi quindi al timbro caldo della viola.
La Liuteria Jonica fondata da Vincenzo Corrado e dal figlio Marco (nella foto in alto, con Mauro Tortorelli), anch’egli liutaio professionista, realizza così con entusiasmo e ingegno il “gran violino a 5 corde”, trasformando l’idea di Mauro Tortorelli in una splendida realtà. Il “gran violino a 5 corde” sarà dunque il protagonista dell’ennesimo lavoro discografico, in distribuzione mondiale per Brilliant Classics nel 2022, del Gran Duo Italiano formato da Mauro Tortorelli e dalla pianista Angela Meluso (nella foto sotto), che da oltre dieci anni si occupa di riscoprire tesori musicali italiani e non, ingiustamente dimenticati, portando alla luce veri e propri tasselli mancanti della storia della musica.
Insignito nel 2011 del Premio Mediterraneo dalle più alte cariche dell’Unione Europea per il lavoro di ricerca musicologica, riscoperta e valorizzazione del patrimonio artistico-musicale italiano, in qualità di ambasciatore della musica italiana nel mondo e del “Premio alla Carriera” nel 2021 da parte della Universum International Academy, il Gran Duo Italiano ha tenuto in dieci anni di attività concerti in più di 20 Paesi del mondo, esibendosi nelle più prestigiose sale da concerto, quali: Carnegie Hall di New York, Munetsugu Hall di Nagoya, Filarmonica di Kiev, Laeiszhalle Hamburg di Amburgo, Gasteig di Monaco, Filarmonica di Timisoara, Ilshin Hall di Seoul, Y Theater di Hong Kong, ed altri. Il Gran Duo Italiano vanta incisioni discografiche in prima mondiale su musiche di Gaetano Fusella, Camillo Sivori (unico allievo di Paganini), Rosario Scalero (allievo di Sivori), Mario Castelnuovo Tedesco (triplo Cd Brilliant Classics), oltre ad un cd dedicato alle opere per violino e pianoforte dei grandi didatti del violino Otakar Sevcik e Lipot Auer e alle opere per violino e pianoforte di Camille Saint-Saens, Darius Milhaud (Sonate per violino e pianoforte, viola e pianoforte/ Chamber Music).
I maestri liutai Vincenzo e Marco Corrado provengono da una famiglia di musicisti. Il primo a dedicarsi alla musica in famiglia è Giuseppe, lo zio di Vincenzo, che fondò una banda musicale nel loro paese natale, Oriolo Calabro. Come lo zio, anche Vincenzo divenne un bandista, diplomandosi successivamente in clarinetto presso il Conservatorio di Taranto. Insegnante di discipline musicali in una scuola media, verso la fine della sua carriera da professore, si imbatté quasi per caso nel mondo della liuteria, costruendo il suo primo violino quasi per scommessa per suo figlio Francesco, violinista.
Il secondo figlio di Vincenzo, Marco, si trasferisce a Parma, dove, trovandosi nel triangolo della liuteria italiana – Parma/Cremona/Brescia – frequenta il primo anno del corso di Liuteria di Renato Scrollavezza e, dopo diverse vicissitudini, decide di dedicarsi completamente alla liuteria al fianco del padre, creando un laboratorio. Frequenta corsi di liuteria a Bisignano, patria della famiglia De Bonis, i più grandi liutai del sud Italia, e dopo alcuni anni di buona gavetta, frequenta la master class della prestigiosa Academia Cremonensis di Cremona. Tutt’oggi segue periodicamente master nella città della liuteria. Marco e Vincenzo aprono la loro bottega di liuteria a Montegiordano, un paese che sorge sulla costa dell’alto Jonio, divenendo sempre di più il punto di riferimento di tanti artisti e studenti del sud, e non solo.
Goffredo Palmerini